Eni porta lo smart working anche ai neo-genitori

C'è aria di cambiamento per i 20mila dipendenti della Eni: l'azienda intende infatti avviare i suoi dipendenti neo-genitori allo smart working.

Dopo aver introdotto con un progetto pilota lo smart working sulla genitorialità, l'azienda ha condotto un survey per capire quanto sia stato efficace questo strumento per i lavoratori.

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Il risultato

L'esperienza è stata valutata positivamente e sono chiari i vantaggi e i benefici che lo smart working è in grado di fornire: autonomia, fiducia e responsabilizzazione.
Se prendiamo la valutazione degli smart worker, per l’80% di loro migliora la conciliazione tra sfera privata e lavorativa, per il 65% c’è una maggiore concentrazione, mentre per una percentuale analoga cresce la motivazione.
Per i responsabili significa un migliore funzionamento del team, nello specifico si registra: un notevole miglioramento per il 7%, sensibile per il 42%, scarso per il 35%, nullo per il 16%. Aumenta considerevolmente la disponibilità dei dipendenti (45%) verso i responsabili, mentre parla di un aumento di autonomia del 47%.

Cosa introdurrà Eni?

Verrà avviato un'estensione graduale e con delle restrizioni dello smart working anche ai dipendenti non-genitori, ad esempio chi è affetto da patologie gravi (ex legge n°68/1999) con una frequenza fino a 2 giorni a settimana per 12 mesi, tacitamente rinnovabili.


Fonti

Il Sole 24